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Ascanio Celestini

Ascanio Celestini è attore, regista e autore teatrale italiano (Roma, 1972). È considerato uno dei rappresentanti più importanti del nuovo teatro di narrazione. I suoi spettacoli, preceduti da un approfondito lavoro di ricerca, hanno la forma di storie narrate in cui l’attore-autore assume il ruolo di filtro con il suo racconto, fra gli spettatori e i protagonisti della messa in scena. Tra i suoi spettacoli si ricordano: Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini (1998); Radio clandestina (2000); Fabbrica (2002); Scemo di guerra. Roma, 4 giugno 1944 (2004); La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico (2005); Live. Appunti per un film sulla lotta di classe (2006); Il razzismo è una brutta storia (2009); Pro patria (2012); Discorsi alla nazione (2013). Nel 2007 ha girato il documentario Parole sante, incentrato sul tema del lavoro precario, e contemporaneamente è uscito con lo stesso titolo il suo primo album di canzoni; è del 2010 il suo primo lungometraggio, La pecora nera, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale, racconto sull’esperienza dei manicomi e sull’alienazione dell’odierna società dei consumi, cui ha fatto seguito nel 2015 la pellicola cinematografica Viva la sposa. Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano la raccolta di racconti Io cammino in fila indiana (2011), Pro patria (2012), Un anarchico in corsia d’emergenza (con M.L. Gargiulo, 2015) e Barzellette (2019).

Alessandro Gori (Lo Sgargabonzi)

Alessandro Gori nasce ed abita nella campagna della Val di Chiana. Dal 1998 al 2002 scrive su varie riviste di videogiochi, tra cui Zeta, Next Station, Next Action, Pc Fun e per le webzine G.O.L. e Nextgame. Laureato in Psicologia con una tesi sull’Internet Addiction, dal 2005 cura il blog Lo Sgargabonzi, una pagina dai contenuti provocatori, umorismo nero pece e popolata da personaggi tragicomici. Nel 2013 Lo Sgargabonzi diventa una pagina Facebook, seguita oggi da circa 40.000 utenti. Nello stesso anno esce in libreria “Le avventure di Gunther Brodolini”, edito da Fuorionda. Nel 2014 è la volta dell’opera parzialmente autobiografica “Bolbo”, scritta insieme all’amico Gianluca Cincinelli, a cui ha fatto seguito “Il problema purtroppo del precariato” l’anno successivo. Ha pubblicato articoli di satira e fumetti dal 2016 al 2019 su Linus e ha curato la rubrica Gorgo sul portale Pixarthinking. Ha collaborato col collettivo artistico Dusty Eye, nonché agli album musicali di San Diego e de Il Lungo Addio. Definito su Internazionale “il miglior scrittore comico italiano” in un lungo articolo di Claudio Giunta e poi al centro di un’invettiva in un’intervista di Daniele Luttazzi. A settembre 2018 è uscito il suo quarto libro, edito da minimum fax: “Jocelyn uccide ancora”, oggi alla seconda ristampa. Dal 2013 porta in per l’Italia il suo spettacolo satirico, “Lo Sgargabonzi Live!”. Ad oggi più di 400 date, tra cui a Zelig, Santeria, Monk, WEGIL e la Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università di Padova. Nel 2019 è stato chiamato dall’assessore alla cultura Christian Raimo a Grandecomeunacittà, rassegna del III Municipio di Roma. Inoltre porta in giro varie serate tematiche, tra cui una sul Mostro di Firenze, Lo Sgargabonzi spiega Max Pezzali (e altri artisti), 10 Monologhi sulla Morte, 10 Monologhi sull’Amore, nonché Standing On The Shounders of Giants, un format di interviste dal vivo ad un ospite con quiz e momenti d’improvvisazione. Un suo scritto è stato recentemente inserito nel volume antologico illustrato “Gli Italiani”, di Massimo Baldini e Claudio Giunta, edito da Il Mulino. Dall’ottobre 2019 è ospite ricorrente nel programma di Rai2 “Battute” e da aprile 2020 cura Conglomerandocene, la sua rubrica su Rolling Stone. Attualmente è al lavoro sul suo quinto libro (Confessioni di una Coppia Scambista al Figlio Morente) e su una graphic novel (L’Età dei Mortali) insieme al pittore Marco Pace. Nel settembre 2020 è stato protagonista di una puntata a lui dedicata di Storie Inventate, la serie di special di Francesco Bianconi dei Baustelle su vari artisti italiani, e collabora con Una Pezza di Lundini su Rai2, curando le schede degli ospiti e interpretando la serie Contacting Bowie. Nel febbraio 2021 è stato pubblicato su Rolling Stone un suo dialogo con Claudio Baglioni.

Umberto Piersanti

Umberto Piersanti è nato a Urbino nel 1941, dove tuttora vive e insegna. Ha pubblicato numerose raccolte poetiche (I luoghi persi, Einaudi 1994, Nel tempo che precede, Einaudi 2002, L’albero delle nebbie, Einaudi 2008 e Nel folto dei sentieri, Marcos y Marcos 2015), saggi e opere di narrativa ( L’uomo delle Cesane, Camunia 1994, L’estate dell’altro millennio, Marsilio 2001, Olimpo, Avagliano 2006, Cupo tempo gentile, Marcos y Marcos 2012 ); è anche autore di film ( L’età breve, 1969-1970, Sulle Cesane, 1982, Ritorno d’autunno e Un’altra estate, 1988 ). Tutte le raccolte precedenti le tre sillogi edite dalla Einaudi sono uscite in un unico volume dal titolo Tra alberi e vicende, Archinto 2009. La sua opera in prosa più recente è un libro di racconti, Anime perse, Marcos y Marcos 2018. Dal 2016 è Presidente del Centro Mondiale di poesia Giacomo Leopardi di Recanati. Recentemente è uscita la sua raccolta poetica intitolata Campi d’ostinato amore, La nave di Teseo 2020.

Uochi Toki

Uochi Toki, parola suono e immagini, sviluppano una continuity multimediale di cui fanno parte il disco “Cystema Solari” (Corpoc 2014) la serie animata “Il Cartografo” (PrimaOMai 2017) e La magia raccontata da una Macchina (Argolibri, 2021)

Paolo Volponi

Paolo Volponi nasce a Urbino il 6 febbraio 1924. Nel 1948 pubblica il primo volumetto di testi poetici dal titolo Il ramarro, sottoposti precedentemente alla lettura di Carlo Bo. Nello stesso periodo inizia a progettare la propria vita al di fuori delle mura di Urbino. Nel 1949 Volponi incontra Adriano Olivetti, grazie alla intermediazione di Franco Fortini. Olivetti, ai tempi presidente dell’Unrra-Casas lo assume l’anno successivo con il compito di svolgere inchieste nel Mezzogiorno. Fra il 1950 e il 1954 è inviato negli Appennini a coordinare le inchieste sulle condizioni sociali delle campagne e dei paesi devastati dall’ultima guerra mondiale. Nel 1954 è impiegato a Roma presso il Cepas (Centro educativo per assistenti sociali). A Roma conosce e frequenta Pier Paolo Pasolini, con il quale instaura un’amicizia personale e intellettuale. Nel 1955 Volponi pubblica per Vallecchi la seconda raccolta di poesie, L’antica moneta. Nel 1956 assume la direzione dei Servizi sociali dell’Olivetti a Ivrea: da qui prende avvio la lunga esperienza nel mondo industriale. Il 1960 vede la pubblicazione, presso Feltrinelli, della terza raccolta di poesie, Le porte dell’Appennino nel quale la campagna urbinate emerge come tema dominante nella memoria e gli vale il Premio Viareggio. Il 1962 è l’anno di pubblicazione di Memoriale, il primo romanzo che viene accolto con interesse dalla critica. Esce invece nel 1965 La macchina mondiale, dettato in pochi mesi alla segreteria, premiato con il Premio Strega nel medesimo anno. Nell’ottobre del ’66 gli viene affidata la carica di Capo del personale dell’Olivetti, grazie alla quale riesce ad attuare una serie di riforme all’interno dell’azienda, dimostrando di avere idee innovative e doti dirigenziali. Nel 1974 esce per Einaudi Corporale, accompagnato da non poche discussioni, e la quarta raccolta di versi, Foglia mortale. Nel 1975 dette alle stampe Il sipario ducale, ambientato a Urbino. Per un breve periodo nel medesimo anno ricopre l’importante incarico di Segretario generale della Fondazione Agnelli. Dal 1976 collabora con il Corriere della Sera e con l’Unità. Nel 1978 è per pochi mesi membro nel Consiglio di amministrazione della Rai; lo stesso anno pubblica Il pianeta irritabile, con il quale sperimenta il genere del romanzo distopico e post-apocalittico. Nell’estate del 1983 viene eletto al Senato nel collegio di Urbino come indipendente nelle liste del Pci e prende parte alla Commissione industria e più tardi alla Commissione affari esteri del Senato. Nel 1985 esce Cantonate di Urbino, una piccola raccolta di prose. Nello stesso anno esce per Einaudi la raccolta di poesie Con testo a fronte. Il 1989 è invece la volta de Le mosche del capitale, una spietata denuncia del potere economico e finanziario. È invece del 1990 l’ultima raccolta poetica, Nel silenzio campale, con cui Volponi tenta di avvicinarsi a una poesia più epica e corale. Tra il 1990 e il 1991 vive con sofferenza la fine del Pci e la nascita del nuovo Pds. Con La strada per Roma del 1991, Volponi è il primo scrittore italiano a vincere per due volte il Premio Strega. Nel 1992 Volponi, nonostante le precarie condizioni di salute, gira le Marche impegnato nella campagna elettorale di Rifondazione comunista. Muore ad Ancona il 23 agosto del 1994.

Ron Padgett

Ron Padgett è nato nel 1942 a Tulsa in Oklahoma. Poeta, saggista, redattore e traduttore, fin da giovanissimo è stato attivo nel mondo della scrittura e dell’editoria fondando negli anni del liceo la rivista d’avanguardia «The White Dove Review» insieme a Joe Brainard e Dick Gallup. Nel 1960 si trasferisce a New York per gli studi universitari e nel 1965 vince una borsa di studio a Parigi, dove entra in contatto con poeti francesi e inizia l’attività di traduzione (ha tradotto Blaise Cendrars e Guillame Apollinaire). Ritornato a New York, diviene parte integrante della seconda generazione dei New York School Poets. È autore di oltre venti raccolte poetiche, tra cui Great Balls of Fire (1969), You Never Know (2001), How to be Perfect (2007), How Long (2011) e Collected Poems (2013), quest’ultima vincitrice del prestigioso L.A. Times Book Prize..

Paolo Di Paolo

Paolo Di Paolo è nato a Roma nel 1983. Il suo ultimo libro è Svegliarsi negli anni Venti (Mondadori, 2020). Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Raccontami la notte in cui sono nato (2008), Dove eravate tutti (2011, vincitore del Premio Mondello e del Super Premio Vittorini), Mandami tanta vita (2013, finalista al Premio Strega, vincitore del Premio Salerno Libro d’Europa e del Premio Fiesole), Una storia quasi solo d’amore (2016), Lontano dagli occhi (2019), tutti pubblicati da Feltrinelli e tradotti in diverse lingue. È autore anche di testi per il teatro e di libri per bambini. Con La mucca volante (Bompiani, 2014) è stato finalista al Premio Strega Ragazze e Ragazzi. Con Giacomo il signor bambino, illustrato da Gianni De Conno (Rrose Sélavy, 2015), ha ottenuto la menzione speciale al premio Gianni Rodari. Scrive per la Repubblica e per l’Espresso. È tra i curatori di Salerno letteratura.

Aldo Nove

Nove, Aldo. – Pseudonimo del poeta e scrittore italiano Antonio Centanin (n. Viggiù 1967). Dopo essersi laureato in filosofia morale, è stato autore di alcune raccolte poetiche (Tornando nel tuo sangue, 1989; Musica per streghe, 1991; La luna vista da Viggiù, 1994) e ha esordito nella prosa con i racconti Woobinda e altre storie senza lieto fine (1996) e il romanzo Puerto plata market (1998), che è stato collocato dalla critica nel genere pulp, in voga in Italia alla metà degli anni Novanta, per lo stile accattivante, il linguaggio crudo e i temi violenti. Nel 2000 con la pubblicazione di Amore mio infinito e con i successivi La più grande balena morta della Lombardia (2004), Zero, il robot (2008), La vita oscena (2010), N. si è dimostrato uno scrittore eclettico, in grado di muoversi con capacità in diversi generi, passando ad uno stile intimista ed esistenzialista, fino ad affrontare questioni sociali della contemporaneità come in Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese del 2006. Nel 2013 è uscito Mi chiamo… in cui lo scrittore ripercorre la vita della grande artista Mia Martini, cui hanno fatto seguito il romanzo storico Tutta la luce del mondo (2014), Un bambino piangeva (2015), entrambi nel 2016, Anteprima mondiale e All’inizio era il profumo, e la biografia Franco Battiato (2020). N. è inoltre autore per il cinema e il teatro e collabora per diversi quotidiani e riviste.

Valerio Magrelli

Valerio Magrelli, nato a Roma nel 1957, ha pubblicato sei libri di poesie (raccolti nel volume Le cavie, Einaudi 2018), il pamphlet in versi Il commissario Magrelli (Einaudi 2018), e un ciclo di quattro volumi in prosa (concluso con Geologia di un padre, Einaudi 2013). Professore ordinario di letteratura francese all’Università Roma Tre, ha diretto la serie trilingue “Scrittori tradotti da scrittori” Einaudi (Premio Nazionale per la Traduzione 1996). Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana.

Sonia Antinori

Sonia Antinori è attrice, autrice e regista teatrale. Come attrice è stata diretta tra gli altri da Ugo Chiti, Luca Valentino, Carlo Cecchi, Roberto Guicciardini, Heidrun Kaletsch. Per i suoi lavori teatrali ha ricevuto molti riconoscimenti tra cui: Premio Tondelli 1993, Premio Riccione per il Teatro 1995, Premio Mravac 1997, Premio Candoni 1998, Premio Internazionale Valeria Moriconi 2011, Premio La Scrittura della/e Differenza/e 2017, lavorando con registi come Valter Malosti, Cristina Pezzoli, Giorgio Pressburger, Serena Sinigaglia, Carmelo Rifici, Gigi Dall’Aglio, Daria Lippi. I suoi testi sono tradotti nelle maggiori lingue europee e presentati nel Regno Unito, Germania, Finlandia, Polonia, Bosnia, Romania, Turchia, Cuba. Ha tradotto alcuni tra i maggiori drammaturghi contemporanei e nel 2008 la sua versione di Sterminio di Werner Schwab ha ottenuto il Premio Ubu come migliore novità straniera. In qualità di traduttrice ha inoltre collaborato per un biennio ai progetti internazionali di drammaturgia dell’Union des Théatres d’Europe. Docente di drammaturgia e recitazione, dal 2006 è direttore artistico della compagnia MALTE. Dopo diverse pubblicazioni in Italia e all’estero, nel 2012 Titivillus ha editato la sua prima raccolta di testi teatrali 4. Trame agli angoli della Storia. Nel 2020 Cronache del bambino anatra è uscito nella Collana I Gabbiani di Edizioni Primavera. Tra i suoi ultimi lavori: Naufragium, coprodotto da Teatro Metastasio di Prato, MALTE e Fabrique Autonome des Acteurs.

Franca Mancinelli

Franca Mancinelli è autrice di quattro libri di poesia: Mala kruna (Manni, 2007 – premio opera prima Laudomia Bonanni e Giuseppe Giusti), Pasta madre (con una nota di Milo De Angelis, Nino Aragno, 2013 – premio Alpi Apuane, Carducci, Ceppo-giovani), Libretto di transito (Amos Edizioni, 2018), e Tutti gli occhi che ho aperto (Marcos y Marcos, 2020). Una silloge di suoi testi è compresa in Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012) e con introduzione di Antonella Anedda, nel Tredicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2017). Fa parte della redazione della rivista «Smerilliana», del blog «Interno Poesia» e della giuria dei premi “Pordenonelegge Poesia. I poeti di vent’anni”, “Esordi”, e “Umberto Saba Poesia”. Cura per il blog “Le Parole e le Cose” la rubrica Punti luce dedicata ai rapporti tra scrittura e immagine. Traduzioni di suoi testi sono apparse su riviste e antologie straniere. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali, tra cui Chair Poet in Residence (Calcutta, 2019) e Refest – Images and Words on Refugee Routes (2018) da cui è nato Taccuino croato, ora in Come tradurre la neve (AnimaMundi Edizioni, 2019). Con traduzione inglese di John Taylor sono usciti in Usa per The Bitter Oleander Press, The Little Book of Passage (2018) – traduzione di Libretto di transito –, e At an Hour’s Sleep from Here: Poems (2007-2019), una raccolta dei suoi primi due libri con alcuni inediti.

Adelelmo Ruggeri

Adelelmo Ruggieri (1954) ha pubblicato per Italic Pequod le raccolte di poesia: “La città lontana” (2003), ” Vieni presto domani ” (2006), “Semprevivi” (2009) – riedite nel 2021 da MarcosYMarcos con il titolo: “La città lontana – Poesie 1993/2009” – e “Tre raccolte” (2020). Le sue prose sono raccolte nei libri: “Porta Marina, Viaggio a due nelle Marche dei poeti”, “I tetti sono semplici a Sali” e “Subito o domani. Non è la stessa cosa”.

Corrado Costa

Corrado è forse uno dei poeti che meno si presta ad una collocazione. Ha una sua originalità che non si presta a nessun accostamento: è Corrado e basta. In questo è la sua grandezza. Costa è un grandissimo scrittore che attraversa i vari generi letterari. Ha fatto poesia, prosa, teatro, ma li ha fatti in modo contiguo, attraversandoli in una maniera trasversale. Ha fatto spettacoli teatrali straordinari e ha cose in prosa importanti, non ancora pubblicate, anche un romanzo. E non va dimenticato che Corrado è anche un grande pittore, un grande disegnatore. Ha cominciato come vignettista, ma è passato poi a fare della pittura, con cose importanti, molto belle, come una serie di lavori fatti su materiali e carte usate che sono di una bellezza straordinaria. C’è dunque in lui un discorso unico che circola fra i diversi generi. I lavori di Corrado sono veramente pittura, non sono i prolungamenti della sua poesia. Penso che lo specifico della ricerca poetica di Corrado sia il gioco continuo del linguaggio, l’ironia, la giocosità. La vitalità, la freschezza che lui ha trasmesso è qualcosa che resta. E nella produzione poetica Corrado è un fatto straordinario. Oltre a un vuoto ha creato un pieno, come una grande individualità che rimane. Nanni Balestrini, Ritratto di Corrado Costa, Roma, 2008.

Matteo Marchesini

Matteo Marchesini (1979) è poeta, narratore e saggista. Ha pubblicato il romanzo Atti mancati (Voland 2013, premio Lo Straniero, entrato nella dozzina dello Strega), le raccolte critiche Da Pascoli a Busi (Quodlibet 2014), Casa di carte (Il Saggiatore 2019) e Scienza di niente (elliot 2020), le poesie di Cronaca senza storia (elliot 2016), i racconti di False coscienze (Bompiani 2017) e Miti personali (Voland 2021). Collabora con Il Foglio, Il Sole 24 Ore e Radio Radicale.

Francesca Gironi

Francesca Gironi è nata ad Ancona. Danzatrice e poeta, attiva nella scena della poesia performativa, esplora il confine tra danza e poesia. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Il diretto interessato (Marco Saya Editore 2021, Premio Bologna in Lettere) e Abbattere i costi (Miraggi, 2016). Con la raccolta inedita A è finalista al Premio Nazionale Elio Pagliarani. Nel 2019 vince il premio Europa in Versi, Sezione Spoken Word. Nel 2017 è stata ospite del Festival Spoken Word Madrid. Con CTRL ZETA, performance di poesia e danza, vince il premio CROSSaward 2017. Con le sue performance è stata ospite di festival di poesia, di danza contemporanea e residenze artistiche. I suoi video poesia sono stati selezionati in contesti di video poesia e video danza tra cui Cinematica, Doctorclip, Cyclop, Tipperary Dance Platform, Athens Video Dance Project, Carbon Culture Review e Moving Poems. È Laureata in lingue e lavora nell’editoria.

Mauro Santini

Mauro Santini è nato a Fano, nel 1965. Dal 2000 realizza i suoi film senza sceneggiatura, accumulando immagini e documentando un vissuto quotidiano in forma diaristica. Da questo metodo nasce la serie dei ‘Videodiari’, caratterizzata da un racconto visivo in prima persona legato al tempo, alla memoria e alla ricerca di sé; fra questi “Da lontano”, vincitore nel 2002 del Torino Film Festival – Spazio Italia, rassegna che nel 2006 seleziona nel concorso internazionale il suo lungometraggio sperimentale ‘Flòr da Baixa’. Successivamente realizza film incentrati sul racconto delle città come ‘Un jour à Marseille’ e ‘Giornaliero di città e passanti’. Nel 2012 ha preso parte al progetto ‘Cinema Corsaro’ ideato da Quarto Film realizzando il mediometraggio ‘Il fiume, a ritroso’ con cui ha partecipato al Festival del Cinema di Roma e, con la co-regia di Giovanni Maderna, il lungometraggio ‘Carmela, salvata dai filibustieri’, presente alla Mostra del Cinema di Venezia, Giornate degli Autori. Nel 2013 presenta al Festival di Locarno ‘Attesa di un’estate’. Numerose le partecipazioni a festival internazionali (Jeonju, Oberhausen, DocLisboa, Bafici Buenos Aires, Annecy, Rencontres Internationales Paris/Berlin, Cinémas Différents et Expérimentaux de Paris, Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro tra gli altri), a rassegne di cinema sperimentale (‘La cité des yeux, une saison italienne’, cinema d’avanguardia italiano dal 1968 al 2008, a cura di Nicole Brenez e Federico Rossin – ‘Fuori norma. La via sperimentale del cinema italiano, a cura di Adriano Aprà) e videoarte (‘Elettroshock – 30 anni di video in Italia – 1971/2001’ a cura di Bruno Di Marino), gli omaggi e le personali (Jeonju, Trieste, Alba, Taranto).

Luca Caprara

Sceneggiatore e produttore di cortometraggi, videoclip, video educativi, spot pubblicitari, spettacoli teatrali. Cura corsi, rassegne e seminari di cinema, collabora con riviste e siti internet. È stato speaker radiofonico presso varie emittenti radiofoniche locali e nazionali dove si occupava di rubriche cinematografiche. Assieme al regista Andrea Lodovichetti ha fondato l’Associazione Culturale Lobecafilm e ha scritto il film cortometraggio Sotto il mio giardino prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia – SNC (Scuola Nazionale del Cinema) di Roma. Ad oggi il film è uno dei corti italiani più selezionati e premiati all’estero con premi che vanno dal Golden Globe Italiano al Premio del Pubblico all’Academy Festival di Pechino, al primo premio al Rhode Island International Film Festival, al premio Looking for Genius – Spike Lee’s International Competition al Festival di Cannes. Ha scritto la sceneggiatura del film Le parole del silenzio. Assieme ad Andrea Lodovichetti ed Eros Tumbarello ha scritto la sceneggiatura del film Nero come le formiche (Black as the ants) film ad oggi in trattativa con due produttori statunitensi, e del film L’origin du monde. E’ autore della sceneggiatura originale per lungometraggio di finzione La bambina di Chernobyl scritto assieme a Massimo Nardin, il cui soggetto è tra i vincitori del bando di sviluppo del Mibact. Ha realizzato un recital su Marcello Mastroianni dal titolo Il bel Marcello e un secondo dedicato a Monica Vitti intitolato L’Avventura di chiamarsi Monica. Dal 2018 è direttore artistico assieme al regista e direttore della fotografia Daniele Ciprì del Festival cinematografico Corto Dorico di Ancona. Ha sceneggiato il film documentario Pescamare. È tra i curatori del progetto FanoFellini in occasione delle celebrazioni del centennale dalla nascita di Federico Fellini.

Lorenzo Mari

Lorenzo Mari vive e lavora a Bologna. Ha pubblicato alcuni libri di poesia – tra i quali Querencia (Oèdipus, 2019) e la plaquette Tarsia/Coro (Zacinto, 2021) – e alcuni saggi, tra i quali Il taccuino dell’intellettuale. Disegno e narrazione nell’opera di John Berger (Mimesis, 2020). Traduce dallo spagnolo e dall’inglese. Sta lavorando a una traduzione italiana di Trilce di César Vallejo per Argo Libri. Per la stessa casa editrice ha recentemente curato l’introduzione di Deserto (2021), saggio anarco-ecologista di autore anonimo. Collabora con le riviste online Argo, PULP Libri e Fata Morgana Web.

Alessandro Burbank

Partecipa alla scena del Poetry Slam italiano dal 2009 vincendo la seconda edizione dello slam di Via de Poeti. Coltiva rapporti diretti con l’avanguardia londinese grazie all’amico e collega Steven J. Fowler esibendosi a Londra e a Edimburgo. Ha intrapreso un tour di tre mesi per l’Italia sponsorizzato da FlixBus. Si è esibito al MAXXI di Roma nel contesto dell’evento Estate Italiana curato da Lello Voce e Valerio Magrelli. Ha organizzato il primo Poetry Slam interamente in acqua a bordo di barche tradizionali, per i canali di Venezia. Ha collaborato con Natalino Balasso, Dargen D’amico, Willie Peyote e Dutch Nazari. Nel 2021 intraprende il progetto “The Walking Poet”.

Max Collini

MAX COLLINI (Offlaga Disco Pax / Spartiti)Hai paura dell’indie?Mentre nelle colonne più e meno social del web non si smette di discuterecirca l’esistenza e la resistenza dell’indie, quel che resta certo è cheMax Collini,paragrafando l’antico adagio di Enrico Ruggeri,è statoindieprima di tee, oltretutto, in prima linea: con i suoiOfflaga Disco Paxprimae conSpartitipoi per un viaggio lungo più di 15 anni.In questo spettacolo che potremmo definire post teatrale, Collini recita, legge,smonta e ricompone un mondo fatto ditesti,approcci, tempi, metodi elinguaggi di ciò che(quasi) tuttisi divertonoa chiamare (ancora) indie.Lo stato sociale, Colapesce e Dimartino, Calcutta, Coma_Cose, Coez,Gazzelle, Motta, Tommaso Paradiso, Achille Lauro, I Cani, Cosmosono solo alcuni dei protagonisti di questa vicenda magicamente scomposta,rivisitata, remiscelata con la finalità di condurre lo spettatore alla ricerca diqualcosa di così nuovo da riformulare l’antico. Ora che l’indie ha smesso inmodo pressoché totale i suoi panni e si è trasformato, inspiegabilmente, nelnuovo pop italiano, egemonizzando la scena musicale; ora che radiomainstream, programmi TV nazionalpopolari e tourfittiziamente ocompletamente sold outsono stati occupati e artisti sconosciuti al grandepubblico sono diventati d’un tratto veri propri fenomeni di costume,tormentoni umani,autori di tic lessicali che hanno conquistato perfinoSanremo, lo spettacolo “Max Collini legge l’indie” – rinominato in questanuova veste intrapandemica “Hai paura dell’indie?”- prova a spiegare,con esilarante serietà, come tutto ciò sia semplicemente potuto succedere.“Hai paura dell’indie?”è un viaggio tra parole, ironia, invidia e, in alcunicasi, ammirazione.Perchéè solomusica leggera.Anzi, leggerissima.Più o meno

Emanuele Franceschetti

manuele Franceschetti (1990) è marchigiano e vive a Roma. Si dedica ad attività di ricerca, didattica e divulgazione in ambito musicologico e letterario. Dottorando in Musicologia presso l’Università La Sapienza di Roma con un ricerca dedicata al teatro musicale italiano del secondo dopoguerra, le sue ricerche e i suoi interessi sono rivolti soprattutto al teatro musicale nel Novecento italiano, al rapporto poesia – musica, alle teorie e pratiche dell’ascolto musicale. In ambito letterario, ha pubblicato il libro di poesia Terre aperte (Italic Pequod, 2015, prefazione di Filippo Davoli). Con la raccolta Testimoni (2020) ha vinto il premio Subiaco per la poesia inedita ed è stato incluso nel XV quaderno di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2021, con prefazione di Massimo Gezzi). Tutto questo che guardi sembra dirti che è notte fonda. Che anche nelle case più sicure c’è un segreto di morte, vetri sul pavimento, parole come scorie. Domani altro dolore da schivare: i notiziari, l’ora legale, la conta dei decessi. E invece tu lo guardi come uno che non può testimoniare un finale diverso per il corpo, un’altra casa, un altro essere figlio oppure padre senza figli, sempre inchiodato alla frontiera, sempre nel vivo dell’enigma.

Mallarmé

Mallarmé, Stéphane. – Poeta francese (Parigi 1842 – Valvins, Fontainebleau, 1898). Fu uno dei massimi esponenti della poesia simbolista. Nei suoi versi cercò di raggiungere la “poesia pura”, mediante un linguaggio che, con ermetica oscurità, comunicasse al lettore attraverso la musicalità del ritmo e dei suoni e la suggestione delle immagini; la sua poesia, che con un linguaggio raffinato e involuto cerca di attingere al fondo misterioso della vita e ai suoi rapporti con il cosmo, è accompagnata da un senso costante di fallimento e di disperazione. Tra le opere: l’egloga L’Après-midi d’un faune (1876) e il poema Hérodiade (1864-67).

Elena Micheletti

Elena Micheletti nasce ad Ancona nel 1987. All’età di 10 anni, inizia ad odiare la matematica, a scrivere su qualunque superficie piana e a sperimentare la gioia degli attacchi di panico. Si trasferisce a Bologna per frequentare l’Università di Lettere Moderne e le piazze. La sua passione per la poesia, la porta a partecipare ai primi Slam (uno dei quali la conduce alle regionali Emilia Romagna del campionato Lips), e a diversi concorsi letterari. Nel 2017 vince il primo premio del concorso nazionale di poesia “Poesia senza confine” e nel 2018 si classifica tra i sei finalisti del concorso nazionale di Poesia “Bologna in Lettere”. Sempre nel 2018, viene premiata dall’Accademia mondiale della Poesia di Verona. Nell’aprile 2020, mentre il virus spopola, pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Coazione a ripetere” edita “Nulla Die”. Quello che più le piace fare rimane, comunque, insegnare italiano, storia (e quanto sia faticosa la vita) alle scuole medie.

Geraldina Colotti

Giornalista e scrittrice, Geraldina Colotti è nata a Ventimiglia. Ha vissuto a lungo a Parigi, oggi vive e lavora a Roma. Dopo aver scontato una condanna a 27 anni di carcere per la sua militanza nelle Brigate Rosse, cura la versione italiana del mensile di politica internazionale Le Monde diplomatique. Esperta di America Latina, scrive per diversi quotidiani e riviste internazionali. È corrispondente per l’Europa di Resumen Latinoamericano e del Cuatro F, la rivista del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). Fa parte della segreteria internazionale del Consejo Nacional y Internacional de la comunicación Popular (CONAICOP), delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), della Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e della Rete degli Intellettuali in difesa dell’Umanità. Di formazione filosofica, ha pubblicato libri per ragazzi, raccolte di racconti e di poesie, romanzi e saggi, tradotti in diverse lingue. Insieme a Marie-José Hoyet ha tradotto dal francese due libri di Édouard Glissant, Tutto-mondo (Edizioni lavoro), e La Lézarde (Jaca Book). Tra i suoi ultimi saggi, pubblicati anche in Venezuela, Dopo Chávez. Come nascono le bandiere (Jaca Book), Hugo Chávez, così è cominciata (PGreco). Fresche di stampa, la raccolta di poesie Quel sole e quel cielo, edita da La Città del sole e, in Venezuela, la raccolta di racconti filosofici Nada es casual. Relatos en la distancia (Vadell hermanos). Insieme a Gabriele Frasca e a Lucidi ha curato l’antologia Poesía contra el bloqueo, pubblicata come e-book in Italia (Argo libri), a Cuba (Coleccion Sur dell’Uneac, con il supporto della Rete degli Intellettuali in Difesa dell’Umanità, capitolo cubano, e il patrocinio del Festival Internazionale di Poesia dell’Avana), e in Venezuela da Vadell hermanos. Ha curato l’edizione italiana di Il credo, di Aquiles Nazoa (PGreco)

Vincenzo Scalfari

Vincenzo Scalfari, già archeologo e ricercatore, oggi insegna Lettere in un Liceo di Modena. Collaboratore del Teatro dei Venti, autore di satira per il collettivo Kotiomkin, è presente in numerose raccolte edite, tra gli altri, da Pendragon e Quodlibet. Di tanto in tanto si esibisce sui palchi.

Giovanni Monti

Giovanni Monti nato ad Ancona nel 1956, attualmente vive e lavora a Bologna. Pittore, fotografo, videoartista, gestisce uno spazio espositivo a Bologna, Fantomars arte accessibile. Ha scritto soprattutto su blog, siti e riviste d’arte, e commenti critici per artisti contemporanei. Il suo romanzo “Ultime notizie dal mondo sparito” ha vinto la XIV edizione del premio letterario “Navile – Città di Bologna” nel 2013, ed è stato pubblicato da Giraldi Editore. Nel 2014 un suo racconto ha vinto il primo premio della giuria di qualità del concorso “Scrittori Pigri”. .Da pochi anni si è dedicato alla poesia performativa, partecipando a diversi poetry slam. E’ stato uno dei fondatori del gruppo poetico Zoopalco, dal quale poi è uscito.

Claudia Cannibale

Claudia Cannibale è uno pseudonimo volutamente ridicolo che non fa riferimento ad abitudini alimentari. Sono nata sotto il segno dei Gemelli: ciò significa che tra maggio e giugno compro una stronzata dietro l’altra con la scusa del compleanno. Scrivo da quando ho memoria, di qualsiasi argomento mi interessi, su qualsiasi supporto disponibile, e ogni volta ho voglia; con la poesia e i poetry slam siamo diventati amici dal 2018. All’occorrenza studio, lavoro, mangio e dormo.

Rainer Maria Rilke

Rainer Maria Rilke(Praga 1875 – Montreux 1926) poeta austriaco.Una vocazione precoce Figlio sensibilissimo e fragile di un modesto funzionario, fu avviato alla carriera delle armi, ma abbandonò la scuola militare di Mährisch-Weisskirchen nel 1890 per cause rimaste oscure. Dopo due anni a Linz, tornò a Praga – città bilingue e uno dei punti nevralgici dell’impero asburgico – dove preparò privatamente l’esame di licenza liceale (1895). Incoraggiata dalla madre, la sua precoce vocazione letteraria (della quale aveva una consapevolezza così acuta da vedere in se stesso una sorta di mediatore della grazia) poté allora dispiegarsi interamente. La prima raccolta poetica, Vita e canti (Leben und Lieder, 1894), successivamente ripudiata dall’autore, nel vago lirismo sentimentale rivela un R. legato a un decadentismo tipicamente «fin de siècle». Ad essa seguirono Sacrificio ai lari (Larenopfer, 1895), Incoronato di sogno (Traumgekrönt, 1896), Avvento (Advent, 1897). Dal 1896 al 1899 R. proseguì a Monaco e a Berlino gli studi di letteratura e di storia dell’arte.L’incontro con Lou Andreas-Salomé e l’adesione all’ideale neoromantico Decisivo fu l’incontro con Lou Andreas-Salomé, un’intellettuale più anziana di lui di una quindicina d’anni, che era stata amica di Nietzsche e sarebbe divenuta più tardi allieva e collaboratrice di Freud. In lei R. trovò un sostegno umano e artistico e una conferma della sua vocazione. A lei è dedicato un diario tenuto a Firenze durante la primavera del 1898, il cosiddetto Florenzer Tagebuch (postumo, 1942), di grande importanza per la conoscenza della personalità dello scrittore, in quel periodo chiaramente influenzata dall’esempio di Nietzsche. Al 1899 risalgono la raccolta Per la mia gioia (Mir zu Feier) e il racconto lirico Il canto di amore e di morte dell’alfiere Cristoforo Rilke (Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke), opera che segna la piena adesione all’ideale neoromantico e che costituì il primo grande successo di pubblico di R. Determinante nella formazione di R. fu anche l’esperienza dei due viaggi in Russia compiuti nel 1899 e nel 1900 con la Salomé: oltre a un incontro con Tolstoj e la scoperta del misticismo russo, fu la potente immensità del paesaggio russo a svolgere una durevole suggestione sulla sua poesia.Dal «Libro d’ore» a «I quaderni di Malte Laurids Brigge» Tra il 1899 e il 1903 R. scrisse le tre parti del Libro d’Ore (Das Stundenbuch): Il libro della vita monastica (Das Buch vom mönchischen Leben), Il libro del pellegrinaggio (Das Buch von der Pilgerschaft) e Il libro della povertà e della morte (Das Buch von der Armut und vom Tode). L’opera fonda la fama del giovane R. ed esprime una religiosità tutta terrestre, che si esplica nella mistica delle cose concrete e nell’esercizio artistico. Il tema è variato con una proliferazione inesauribile di metafore, e tale ricchezza fa del libro una delle grandi creazioni verbali del tempo. Influenzate dalle esperienze slave sono le Storie del buon Dio (Geschichten vom lieben Gott, 1900-04), ciclo di racconti «narrati ai grandi per i bambini», nel quale R. dà voce alla presenza divina nella vita quotidiana. Il libro delle immagini (Das Buch der Bilder, 1902, apparso in una nuova edizione ampliata nel 1906) segna un ulteriore affinamento delle sue qualità poetiche.Nel 1900 R. era entrato a far parte di una colonia di artisti a Worpswede, presso Brema, dove aveva conosciuto la scultrice Clara Westhoff, che sposò dopo pochi mesi. Fallito, di lì a non molto, il matrimonio, R. si trasferì a Parigi, dove nel 1905 incontrò lo scultore Rodin. La severa concezione dell’arte e la disciplina morale di Rodin, di cui R. fu segretario privato fino alla rottura, avvenuta nel 1906, come pure la conoscenza dell’opera di P. Cézanne, di cui fu allestita una grande mostra nel 1907, contribuirono a provocare in lui un profondo mutamento, particolarmente evidente nelle Nuove poesie (Neue Gedichte, 1907 e 1908). In quest’opera R. cerca di fissare con precisione le immagini delle cose, per restituire alla realtà la pienezza del senso, andata perduta a causa del processo di mercificazione che ha investito la società industriale. Il romanzo-diario autobiografico I quaderni di Malte Laurids Brigge (Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge, 1910) è la documentazione artistica, per molti aspetti rivoluzionaria, di una tormentosa condizione esistenziale, quella dell’artista chiuso nella propria interiorità.Le «Elegie duinesi» e la conquista dello «spazio interiore» Una grave crisi psicologica, dovuta in misura non marginale a un confronto con la filosofia esistenzialista di Kierkegaard, provocò in R. una nuova fase di inquietudine, che, tra il 1910 e il 1913, lo portò a viaggiare nell’Europa meridionale e nell’Africa settentrionale. Nel 1911 fu ospite nel castello della principessa von Thurn und Taxis, a Duino, presso Trieste, dove iniziò la prima stesura delle Elegie Duinesi (Duineser Elegien), concluse poi nel 1923 nel castello di Muzot, nel Vallese, dopo la parentesi della guerra, durante la quale R. visse quasi sempre a Monaco. Insieme ai Sonetti a Orfeo (Sonette an Orpheus, 1923) e alla limpida serenità delle liriche dell’ultimo periodo, raccolte postume con il titolo di Poesie estreme (Späte Gedichte), le Elegie rappresentano il culmine della maturità poetica di R., interrotta dalla morte per leucemia sopravvenuta in un sanatorio di Valmont presso Montreux, in Svizzera, dopo terribili sofferenze. In queste poesie di grande e tersa audacia formale R. si stacca nettamente dalla cultura della crisi di fine secolo, per approdare a una nuova e, per certi aspetti, positiva visione della vita: una visione che considera ancora l’uomo come possibile distruttore del mondo (in quanto mercificatore), ma anche come suo possibile salvatore, quando sappia trasferirlo in un invisibile «spazio interiore», identificato e difeso dal verbo poetico. La necessità di preservare da ogni minaccia esterna questo spazio interiore era apparsa a R. in tutta la sua drammatica urgenza soprattutto di fronte alla prima guerra mondiale, cui egli aveva assistito con angoscioso sgomento. Le nuove dimensioni della forma e del linguaggio esplorate e fissate da R. esercitarono un influsso determinante sulla poesia, non soltanto tedesca, della prima metà del Novecento.

Gianluca Casadei

Gianluca Casadei, nato a Latina nel 1971, è musicista diplomato in fisarmonica classica e in Musica Jazz. Ha partecipato a diverse master class tra cui quelle con Stefan Hussong, Hans Maier, Fabio Rossato e Antonello Salis.

Mauro Barbetti

Attivo in gioventù nella scena poetica e musicale anconetana, ho poi deciso di impiegare il tempo in cose più serie (lavoro, famiglia e figli) Sono tornato a scrivere dopo vent’anni (nel frattempo nessuno ha di certo sentito la mia mancanza). Ho pubblicato “Primizie ed altro” – La scuola di Pitagora ed. (2011), “Inventorio per liberandi sensi” – Limina Mentis ed. (2013), “Versi laici” – Arcipelago Itaca ed. (2017), “Retro schermo” – Tempra ed. (2020) e realizzato traduzioni in lingua inglese da John Berryman e Keith Douglas. Nel 2020 ho vinto il Premio Pagliarani – sez. inediti. Quando, raramente, ho qualcosa in testa lo scrivo sul magazine letterario di “Arcipelago Itaca”, di cui sono uno dei redattori.

Benedetta Ricci

Benedetta Ricci è nata nelle Marche. Nel 2014 e’ uscito il suo primo libro di poesie Cuore Nero.

Margaret Atwood

Margaret Atwood è una delle voci più note della narrativa e della poesia canadese. Laureata a Harvard, ha esordito a diciannove anni. Scrittrice estremamente prolifica, ha pubblicato oltre venticinque libri tra romanzi, racconti, raccolte di poesia, libri per bambini e saggi. Ha scritto, inoltre, sceneggiature per la radio e la televisione canadese. Esordì nel 1961 con la raccolta di versi Double Persephone, alla quale seguì, nel 1964, Il gioco del cerchio. Si tratta di opere nelle quali viene affrontato il tema dell’identità culturale canadese, che sarà il filo conduttore anche delle raccolte poetiche successive; tra queste si ricordano Procedure per il sotterraneo (1970), Storie vere (1981), Interlunare (1984). La condizione della donna è invece al centro delle opere narrative, a partire dal romanzo La donna da mangiare (1969), che diede all’autrice il successo internazionale. Tra gli altri romanzi si ricordano Lady Oracolo (1976); Offesa corporale (1981); Il racconto dell’ancella (1986), un romanzo fantascientifico dal quale Harold Pinter ha tratto la sceneggiatura per il film omonimo diretto da Volker Schlöndorff (1990); La donna che rubava i mariti (1993); L’altra Grace (1996), che trae spunto da un fatto realmente accaduto; L’assassino cieco (2001); L’anno del diluvio (2010); Per ultimo il cuore (2016); Seme di strega (2017); Occhio di gatto (2018), Il canto di Penelope (2018), I testamenti (2019), Oryx e Crake (già L’ultimo degli uomini, 2021). Più volte candidata al Premio Nobel per la letteratura, ha vinto il Booker Prize nel 2000 per L’assassino cieco e nel 2008 il premio Principe delle Asturie. Nel 2017 ha inoltre ricevuto il prestigioso Raymond Chandler Award, istituito da Irene Bignardi nel 1996 in collaborazione con il Raymond Chandler Estate, premio letterario dedicato alla scrittura noir che ogni anno laurea un maestro del genere. Vive a Toronto con il marito, il romanziere Graeme Gibbson, e la figlia Jesse. Ha riflettuto sulla propria attività di scrittrice in Negoziando con le ombre (Ponte alle Grazie, 2003). In Italia è pubblicata soprattutto da Ponte alle Grazie.

Francesco Terzago

Francesco Terzago (1986) è nato a Verbania (VB) e vive alla Spezia, città sul mare. Ha studiato linguaggi e tecniche di scrittura all’Università di Padova laureandosi in estetica del mondo orientale con Giangiorgio Pasqualotto. E alla Scuola Holden (Torino) storytelling politico. Ha vissuto due anni nella Repubblica Popolare Cinese grazie a un programma di scambio culturale e ricerca così da indagare le ragioni del diffondersi della Street Art in quel contesto. Nel frattempo collabora con il Guangdong Museum of Art e l’Accademia di Belle Arti di Guangzhou. “Caratteri” è la sua raccolta di poesie (Vydia editore 2019), prefazione di Gian Mario Villalta, libro vincitore del premio Elena Violani Landi dell’Università di Bologna – opera prima. I suoi versi sono presenti in periodici: Nuovi Argomenti, Italian Poetry Review, Ultima, e numerosi altri; e su litblog, come Nazione Indiana e ClanDestino. Francesco traduce per primo, dal cinese, le poesie di Ren Hang. Questo materiale è disponibile sul suo sito, francescoterzago.it, su Le parole e le cose e su Atelier, oltre a essere stato utilizzato, dalla Fondazione Pecci (Prato) in occasione della prima personale dedicata all’artista che si sia tenuta nel nostro paese. Partecipa, negli anni, a conferenze sulla creatività urbana. Tema che ha affrontato per Boll ‘900 con “Poesia di strada e Street Art nella società globale e della pubblicità” (2013) e per Planum in occasione della conferenza New Urban Languages (PoliMi) e in numerose altre (Festival di Street Art, Gemona del Friuli; Irruzioni Festival, Padova; Poetrification, Torino; Festival di Poesia di Strada, San Donato Milanese). Le sue ricerche sulla poesia di strada sono raccolte in “La parola ovunque, poesia di strada e sovversione dello spazio urbano”, (AgenziaX 2021, Francesco Terzago e MisterCaos). È uno degli studiosi coinvolti nel “programma di indagine” del MiBACT sulla creatività urbana, documento nel quale delinea caratteristiche e genealogia della “poesia urbana”, (in pubblicazione). Fa parte del collettivo “Mitilanti” della Spezia (2015-) e di “Inopinatum”, Comitato di Ricerca dell’Università Suor Orsola Benincasa (Napoli).

Giovanna Rosadini

Nota biobibliografica di Giovanna Rosadini Nata a Genova nel 1963, si è laureata in Lingue e Letterature Orientali all’Università di Ca’ Foscari, a Venezia. Ha lavorato per la casa editrice Einaudi, come redattrice ed editor di poesia, fino al 2004, anno in cui è uscito, per lo stesso editore, Clinica dell’abbandono di Alda Merini, da lei curato. Ha pubblicato la raccolta Il sistema limbico per le Edizioni di Atelier nel 2008, e altri testi poetici in riviste e antologie collettive. Nel 2010 è uscito Unità di risveglio, per la Collezione di Poesia Einaudi. Per lo stesso editore ha curato l’antologia Nuovi poeti italiani 6, del 2012. La sua terza raccolta poetica, il numero completo dei giorni, è stata pubblicata da Nino Aragno editore nel 2014. A maggio 2018 la pubblicazione di una nuova raccolta, Fioriture capovolte, ancora per Einaudi editore, Premio Camaiore, cui ha fatto seguito, nel luglio 2019, l’autoantologia con inediti Frammenti di felicità terrena, edita nella collana “Gialla oro” di LietoColle /Pordenonelegge, Premio Merini. Appena uscita a giugno, per i tipi di Interno Poesia, la silloge in lasse prosastiche “Un altro tempo”. Vive e lavora a Milano.

Emilio Varrà

Emilio Varrà è presidente di Hamelin Associazione Culturale, e tra gli organizzatori di BilBOlbul. È cultore della materia presso la cattedra di Letteratura per l’Infanzia dell’Università di Bologna e insegna Archetipi dell’immaginario all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha scritto saggi sulla letteratura per ragazzi ed è coideatore della rivista “Hamelin. Storie, figure, pedagogia”; ha collaborato anche con le riviste “Li.B.e.R” e “Lo straniero”

Maria Costanza Carletti

Maria Costanza Carletti, classe 1981, antropologa e sociologa. Da molti anni si occupa di laboratori per bambini, collaborando con vari associazioni e musei del territorio. Nella SAB 2020 è l’insegnante di “Arte” (oggetti e costumi di scena), nel laboratorio “Nulla si distrugge, tutto si modifica”, sul tema del riciclo e del riuso. Maria Costanza vuole portare i bambini a sviluppare la loro creatività senza freni e sovrastrutture, inducendoli nella creazione ad un rispetto per tutto ciò che si considera rifiuto e invece può rinascere! Ogni bambino creerà un oggetto, in stile steampunk, che lo caratterizzi dai rifiuti (latta, circuiti, cartone, vetro, plastica, stoffe etc..). Manualità, riflessione, fantasia e creatività, questo è il laboratorio pensato per quest’anno! Con Maria Costanza Carletti c’è da divertirsi!

Sara Sermini

Sara Sermini (Varese, 1986) ha studiato a Milano, Lugano e Londra. Ha conseguito un dottorato con un progetto intitolato Dare voce. Poetiche e pratiche di povertà nell’Italia del secondo dopoguerra. Le sue ricerche riguardano soprattutto la letteratura in rapporto al pensiero politico, filosofico e sociologico. Ha dedicato una monografia alla figura e all’opera di Amelia Rosselli: «E se paesani /zoppicanti sono questi versi». Povertà e follia nell’opera di Amelia Rosselli (Olschki, 2019). È autrice di una raccolta di poesie intitolata Diritto all’oblio, in parte pubblicata nel Quindicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea, con prefazione di Antonella Anedda (Marcos y Marcos, 2021).

Matteo Meloni

Matteo Meloni è nato a Roma nel 1990. Laureato in Letteratura italiana presso l’Università di Torino, da tempo vive ai piedi delle Alpi Cozie, a Pinerolo (To), dove insegna materie letterarie nei licei. Dal 2016 è membro del Circolo dei Lettori di Pinerolo e direttore artistico del festival “Pinerolo Poesia”. In questi anni ha pubblicato testi di poesia e di critica letteraria in antologie (Premio Lorenzo Cresti, Premio Mario Luzi), blog e riviste (“Atelieronline” “Apertura Critica”, “In Limine”, “Interno Poesia”, “Inverso”, “Poesia”, “Smerilliana”, “Alma Poesia”, “francamancinelli.com”). Nel 2019 ha partecipato con alcuni inediti all’edizione di Parco Poesia (“Talenti all’opera: un’ora per amare la poesia”). Dal 2020 è dottorando presso la UNC (The University of North Carolina at Chapel Hill).

Simone Burratti

Simone Burratti (Dunwich, 1990) vive a Padova. È stato fondatore del sito formavera. Sue poesie e racconti sono apparsi sui principali blog e riviste, oltre che nelle antologie Poeti per l’infinito (DiFelice, 2019), Abitare la parola. Poeti nati negli Anni Novanta (Ladolfi, 2019) e Planetaria. 27 poeti dal mondo nati dopo il 1985 (Taut, 2020). Con Progetto per S. (NEM, 2017, prefazione di Stefano Dal Bianco) ha vinto il Premio Castello di Villalta Giovani, il Premio Camaiore Proposta ed è risultato finalista al Premio Mauro Maconi (sez. B.) e al Premio Cetonaverde Giovani. Attualmente lavora come editor freelance e gestisce un canale YouTube sulla poesia contemporanea.

Linda Del Sarto

LINDA DEL SARTO è nata a Lucca il 14 maggio 1994. Si è laureata in Lettere comparate a Pisa e in Lingua e cultura italiane per stranieri a Bologna, conseguendo successivamente il master in Editoria cartacea e digitale all’Università Cattolica di Milano. Segnalata al premio Rimini, finalista al Landi e al LILEC per la traduzione poetica, alcuni suoi inediti sono usciti su «Menti Sommerse» nella rubrica “I fiordalisi” curata da Alessandra Corbetta, all’interno della “Bottega di poesia” di Maurizio Cucchi su «Repubblica» di Milano, su «Poeti Oggi», «Atelier Poesia», «Lietocolle» e «Diario di passo» di Franca Mancinelli. È vincitrice del premio under 30 Vita alla Vita 2020. Attualmente vive a Milano, traduce dal polacco e lavora alla Garzanti.

Franco Buffoni

Franco Buffoni ha pubblicato Suora carmelitana 1997, 2019 ristampa, Il profilo del Rosa 2000, Theios 2001, Guerra 2005, Noi e loro 2008, Roma 2009. L’Oscar Poesie 1975-2012 raccoglie la sua opera poetica. Con Jucci (Mondadori 2014) ha vinto il Premio Viareggio. In seguito sono apparsi Avrei fatto la fine di Turing (Donzelli 2015), O Germania (Interlinea 2015), Poeti (Lietocolle-Pordenonelegge 2017). È autore dei romanzi Più luce, padre (Sossella, 2006), Zamel (Marcos y Marcos 2009), Il servo di Byron (Fazi 2012), La casa di via Palestro (Marcos y Marcos 2014), Il racconto dello sguardo acceso (Marcos y Marcos 2016). Del 2017 l’opera teatrale Personae edita da Manni. Del 2018 il libro di poesia La linea del cielo (Garzanti, Premio Carducci-Pietrasanta). Gli ultimi libri in prosa usciti da Marcos y Marcos sono Come un polittico (2018 con Marco Corsi), Due Pub tre poeti e un desiderio (2019) e Silvia è un anagramma (2020).

Alfonso Maria Petrosino

Alfonso Maria Petrosino (Salerno, 1981) vive a Parigi, dove lavora come coordinatore ferroviario e insegnante di scacchi per bambini. Ha pubblicato quattro libri di poesie: Autostrada del sole in un giorno di eclisse (OMP 2008), Parole incrociate (Tracce 2008), Ostello della gioventù bruciata (Miraggi 2015), Nature morte e vanità (Vydia 2020). Ha partecipato a diversi poetry slam, vincendone (ma il punto non sono i punti) alcuni, tra cui il campionato italiano di poesia orale (2012), tre volte “Poeti in Lizza” (2011 Torino, 2011 Milano, 2012 Torino), il “Trieste International Poetry slam” (2011) e lo slam della “Punta della lingua” (2014). Dal marzo del 2018 cura un laboratorio di poesia sul sito Poesia del nostro tempo.

Salvatore Ritrovato

Salvatore Ritrovato ha pubblicato diverse raccolte di poesie (l’ultima L’anima o niente, Il Vicolo, Cesena, 2020) e traduzioni (di recente 30 poesie di Verlaine, Raffaelli 2018). Tra i suoi lavori critici, La differenza della poesia (Puntoacapo 2017, n. ed.) e La poesia e la via. Saggi sulla letteratura e la salvezza (Fara, 2020). Vive a Urbino, dove insegna Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università, e Scrittura creativa presso l’Accademia di Belle Arti.

Sara Serenelli

Sara Serenelli è nata a Recanati nel 1993. Si è laureata in Filologia Moderna nel 2019 presso l’Università degli studi di Urbino Carlo Bo con una tesi di ricerca sulle poesie giovanili inedite di Paolo Volponi. Ha curato la pubblicazione delle Poesie giovanili di Volponi con Salvatore Ritrovato presso Einaudi (2020). Ha vinto una borsa di studio presso la Fondazione Carlo e Marise Bo con una ricerca sulla poesia volponiana. È contributor di Alma Poesia, progetto dedicato al linguaggio poetico italiano e internazionale. Ha curato assieme alla redazione di Alma Poesia il volume Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla rete per Puntoacapo Editrice (2021). Insegna materie letterarie nella scuola secondaria di secondo grado.

Riccardo Frolloni

Riccardo Frolloni nasce nel ’93 a Macerata. Laureato in Italianistica, pubblica la plaquette Languide istantanee Polaroid (Affinità Elettive 2014). Ha tradotto Sul non perdere le ceneri di mio padre di Richard Harrison (‘roundmidnight edizioni 2018) e Non praticare il cannibalismo, antologia dell’opera di Ron Padgett (Del Vecchio Editore 2021). È stato direttore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e ha lavorato per la School of Continuing Studies dell’Università di Toronto come lettore e assistente. Insegna italiano e latino nei licei.

Paola Del Zoppo

Paola Del Zoppo è nata a Napoli nel 1975. Traduttrice e critica letteraria insegna Letteratura tedesca all’Università degli Studi della Tuscia (DISTU). È inoltre nel corpo docente del Master di II livello in Traduzione letteraria ed editing dei testi dell’Università degli Studi di Siena e co–fondatrice e direttrice editoriale di Del Vecchio Editore, per cui ha tradotto poesia e letteratura contemporanea dalle lingue tedesca e inglese (Max Frisch, Leonhard Frank, Lutz Seiler, Sibylle Lewitscharoff, Gwyneth Lewis e altri).

Cristina Consiglio

Cristina Consiglio (Bari, 1979) insegna Letteratura anglo-americana e Letteratura teatrale europea e americana nell’Università di Bari. Ha pubblicato saggi sulla ricezione critica del teatro shakespeariano nella tradizione ottocentesca inglese e americana – William Hazlitt lettore di Shakespeare (2013) e Shakespeare in America (2019) – e sulla letteratura americana contemporanea – Il vuoto e la visione. Note sulla narrativa di James Purdy (2018).

Semёn Chanin

Semёn Chanin è nato nel 1970 e vive a Riga, in Lettonia. Poeta di lingua russa, traduttore di poesia lettone è inoltre curatore di numerose raccolte in versi dedicate ai due orizzonti linguistico-culturali. Alla realizzazione di progetti autoriali Semёn Chanin affianca altre attività artistiche a firma Orbìta, gruppo di poeti lettoni che da oltre venti anni unisce la pratica testuale alle sue ramificazioni verbo-audio-visive-performative. Le opere di Chanin, tradotte in numerose lingue, sono state pubblicate in italiano nelle antologie “Nell’Orbita di Riga” (L’Obliquo 2006) e “Deviando sollecito dalla rotta” (Stilo 2016) e nel libro “Omissis” (Miraggi 2017). Nel 2021 ha pubblicato “Sessione di ipnosi”, nella collana “La Punta della Lingua” della casa editrice Italic Pequod.

Roberta Bisogno

Roberta Bisogno, nata a Cava de’ Tirreni vive a Roma e lavora come editor. Termina gli studi con una tesi sulla ricostruzione bio-letteraria di Corrado Costa, e un abbozzo interpretativo di Pseudobaudelaire. Nel 2019 per Argo ha curato, con Andrea Franzoni, la raccolta di scritti letterario-satirici di Corrado Costa, La moltiplicazione delle dita. È responsabile di edizione, insieme con Fabio Orecchini e Andrea Franzoni, della collana Costiana per la casa editrice Argo.

Chiara Portesine

Chiara Portesine (Genova, 1994) sta svolgendo un dottorato di ricerca presso la Scuola Normale di Pisa, dopo un percorso di formazione legato prevalentemente ai poeti sperimentali del secondo Novecento e alle relazioni interdisciplinari tra poesia e arte (libri illustrati, cataloghi d’arte e, soprattutto, scritture ecfrastiche). Si è occupata a lungo di Emilio Villa da un punto di vista filologico (The Flippant Ball-Feel e l’armonia dinamica, 2017) e comparativo, tentando di inserire il suo profilo estravagante nel panorama intellettuale dell’epoca e pubblicando a quattro mani con Aldo Tagliaferri un saggio intitolato Emilio Villa e i suoi tempi: finestre per la monade (Mimesis, 2017). Ha approfondito le relazioni tra poesia e arti visive occupandosi anche della prosa d’arte di Gianfranco Contini (2019) e della Galeria di Giovan Battista Marino (2021). Ha pubblicato, infine, articoli su Alberto Arbasino, Gianfranco Baruchello, Pier Paolo Pasolini, Edoardo Sanguineti, Andrea Zanzotto e Corrado Costa, di cui ha recentemente curato i due volumi di Poesie per Argolibri (2020 e 2021).

Maria Grazia Maiorino

Maria Grazia Maiorino è nata a Belluno, vive e lavora ad Ancona, dove ha insegnato lettere nelle scuole medie, dedicandosi poi a tempo pieno all’attività letteraria. Scrive poesie, racconti, saggi critici; i suoi testi sono apparsi in riviste e antologie. Per la poesia ha pubblicato: E ho trovato la rosa gialla (Forum, 1994); Sentieri al confine, nell’antologia 7 poeti del premio Montale (Scheiwiller, 1997); Viaggio in Carso, (Edizioni del Leone, 2000); la raccolta di haiku Dare la mano a un albero, con le fotografie di Giovanni Francescon (Rocciaviva, 2003); Di marmo e d’aria (Manni, 2005); I giardini del mare (Pequod, 2011); La pietra salvata (Il lavoro Editoriale, 2016). Nel 2006 ha pubblicato il suo primo romanzo, L’azzurro dei giorni scuri (Pequod), seguito dalle raccolte di racconti: L’America dei fari (Gwynplaine 2013) e Angeli a Sarajevo (Gwynplaine 2015). Due antologie, pubblicate recentemente da Vydia editore, la vedono inserita tra le voci femminili e poetiche che si sono distinte nelle Marche negli ultimi decenni: Femminile plurale – Le donne scrivono le Marche (2014) e S’agli occhi credi – Le Marche dell’arte nello sguardo dei poeti (2015). Con l’editore Affinità elettive di Ancona ha pubblicato una nuova edizione, aggiornata e completata da un quaderno intitolato Lettere a Chiara, del romanzo L’azzurro dei giorni scuri nel 2018 e la terza raccolta .di racconti, Frammenti per un personaggio, nel 2019. Ha partecipato a numerose rassegne e manifestazioni nelle quali la poesia si è intrecciata alla fotografia, alla pittura e soprattutto alla musica, arte alla quale dedica una particolare attenzione nella sua ricerca poetica.

Giorgiomaria Cornelio

Giorgiomaria Cornelio (1997) ha fondato insieme a Lucamatteo Rossi l’atlante Navegasión, inaugurato con il film “Ogni roveto un dio che arde” durante la 52esima edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. La loro “Trilogia dei viandanti” (2016-2020) è stata presentata in festival e spazi espositivi internazionali. Cornelio è redattore di «Nazione Indiana». Suoi interventi sono apparsi su «Le parole e le cose», «Doppiozero», «Il tascabile», «Antinomie», «Il Manifesto». Ha vinto il Premio Opera Prima con la raccolta “La Promessa Focaia” (Anterem, 2019). Per Argolibri, ha curato “La radice dell’inchiostro – dialoghi sulla poesia”. È in uscita per Luca Sossella Editore il suo secondo libro di poesia, “La consegna delle braci”. Insieme a Giuditta Chiaraluce ha ideato il progetto di esoeditoria Edizioni Volatili.

Federico Sanguineti

Federico Sanguineti (Torino, 1955) è professore ordinario in FILOLOGIA ITALIANA, dopo essere stato associato di Linguistica ITALIANA e ricercatore in LETTERATURA ITALIANA, disciplina per la quale vinse nel 1985 ben due concorsi, nelle università di Salerno e Chieti. Nell’ateneo salernitano cura anche l’insegnamento di FILOLOGIA E CRITICA DANTESCA, dopo aver insegnato la stessa disciplina nell’Università di Siena (sede di Arezzo). Ha tenuto varie conferenze e lezioni in Italia e all’estero. Intensa l’attività di Federico Sanguineti filologo. I suoi studi su Dante Alighieri a cavallo del decenni ’80 e ’90 culminano, nel 2001, con l’uscita di un’edizione critica della Commedia dantesca. L’innovazione proposta dal prof. Sanguineti è notevole, perché rifiuta il principio della selezione del testimoni su base cronologica proposto da Giorgio Petrocchi e ritorna al criterio del loci selecti stabiliti da Michele Barbi. Nel 2013 tiene una Lectio Magistralis sul tema “Dante e la (Ma)Donna”, ricevendo dal Centro Lunigianese di Studi Danteschi il Premio ‘Pax Dantis’ per la Filosofia di Pace Universale. Sanguineti si aggiudica la medaglia d’oro per l’aforisma (motivazione ufficiale): «Un poeta sublime, della tradizione patriarcale, Virgilio, cantava l’Armi e l’Eroe. Dante l’opposto: la Pace e la Donna». Tra le sue opere più celebri sul Sommo Poeta si ricordano: Per l’edizione critica della Comedia di Dante, in «Rivista di letteratura italiana», 1994 Dantis Alagherii Comedia, edizione critica per cura di Federico Sanguineti, 2001 Paradiso, Inferno e Purgatorio in Edizione critica alla luce del più antico códice sicura fiorentinità, 2018-2021 Le parolacce di Dante Alighieri, con introduzione di Moni Ovadia, 2821

Donald Datti

Donald Datti nasce a Sanremo l’11 giugno 1974 Nel 1998 partecipa alla seconda edizione di “Verso Sovverso”, i duelli poetici organizzati a Genova dal Collettivo di Pronto intervento poetico Altri Luoghi. Da quel momento la sua produzione è perlopiù dedicata all’attività di scrittura e riscrittura collettiva. Nel 1999 fonda insieme a Gabriele Pipia, Gianluca Seimandi e Fabrizio Venerandi la boyband poetica Laboratorio Bib(h)icante, con la quale si esibisce nel corso degli anni alla Biennale di Venezia, al Salone del Libro di Torino e altri spazi più o meno prestigiosi, ma ostinatamente senza rimborso spese. Tra i cavalli di battaglia “Il gioco del bastone”, “GiOtto” e la “Strip poesia”. Nel 2010, a seguito di separazioni e successive reunion, il progetto rinasce, con l’uscita di Pipia e l’ingresso di Paola Malaspina, come Laboratorio Defunto Bib(h)icante, che si distingue per i tour a porte chiuse e una produzione spiaccatamente d’occasione: i testi sono scritti secondo una logica site specific e vengono performati una sola volta (Sodoma 120 – sadico contemporaneo”, “Apocalisse in corridoio: poesia per fotocellula poetica”, “Allegoria adone – disposizioni urgenti dell’assenza in forma di lamentazione” e la serie di testi pensati per gli eventi organizzati nello spazio autogestito delle rovine di Santa Maria in Passione a Genova).

Francesco Ottonello

Francesco Ottonello (Cagliari 1993), laureato in Letteratura Greca a Cagliari e Letteratura Latina a Milano, attualmente è dottorando di ricerca in Studi Umanistici Transculturali presso l’Università degli Studi di Bergamo con un progetto sui riusi latini nella poesia italiana. Suoi articoli e recensioni sono usciti in varie riviste quali «ACME», «L’Ulisse», «l’immaginazione», «Atelier», «OBLIO» e poesie su «Repubblica», «Nuovi Argomenti», «Nazione indiana» etc. Ha pubblicato la monografia Pasolini traduttore di Eschilo (Grin 2018), il libro di poesia Isola Aperta (Interno Poesia 2020) con una prefazione di Tommaso Di Dio. È presente nell’antologia I poeti nati negli anni Ottanta e Novanta a cura di Giulia Martini (Interno Poesia 2019-2020), in La radice dell’inchiostro. Dialoghi sulla poesia a cura di Giorgiomaria Cornelio (Argolibri 2021), in Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla Rete a cura di Alma Poesia (Puntoacapo Editrice 2021) e in Queerfobia. Racconti, poesie e immagini di odio quotidiano a cura di Giorgio Ghibaudo e Gianluca Polastri (D editore 2021). Sue poesie sono state tradotte in portoghese, spagnolo e inglese. Il suo secondo libro di poesia, Futuro remoto, con una prefazione di Paolo Giovannetti, è in uscita nel Quindicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos 2021), a cura di Franco Buffoni. Ha recitato nel film Il rosa nudo (2013) di Giovanni Coda e in vari spettacoli teatrali. Ha fondato e dirige www.mediumpoesia.com ed è redattore di «Bezoar – Rivista di poesia contemporanea» (Perrone).

Maria du Bessé

Maria du Bessé è segretaria generale della Comunità radiotelevisiva italofona. Lavora alle Relazioni Internazionali della Rai, dove è responsabile della Promozione lingua e cultura italiana. Ha curato le relazioni multilaterali e bilaterali, i progetti di cooperazione, assistenza, formazione e i progetti europei nel Mediterraneo. Ha ricoperto incarichi al vertice di associazioni internazionali nel settore dei media: è stata Segretaria Generale, Vicepresidente, Consigliera di Amministrazione del CMCA-Centre Méditerranéen de la Communication Audiovisuelle e Presidente della Commissione televisione dell’ URTI-Union Radiophonique et Télévisuelle Internationale. Precedentemente ha operato nel campo delle analisi e ricerche di mercato e, in qualità di account, nel settore VideoRAI curando in particolare l’offerta culturale e sportiva.

Valerio Cuccaroni

Valerio Cuccaroni Dottore di ricerca in Italianistica all’Università di Bologna e Paris IV Sorbonne, Valerio Cuccaroni è docente di lettere e giornalista. Collabora con «Le Monde Diplomatique – il manifesto», «Poesia», «Il Resto del Carlino» e «Prisma. Economia società lavoro». È tra i fondatori di «Argo». Ha curato i volumi “La parola che cura. Laboratori di scrittura in contesti di disagio” (ed. Mediateca delle Marche, 2007), “L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto e altre lingue minoritarie tra Novecento e Duemila” (con M. Cohen, G. Nava, R. Renzi, C. Sinicco, ed. Gwynplaine, coll. Argo, 2014) e Guido Guglielmi, “Critica del nonostante” (ed. Pendragon, 2016). Ha pubblicato il libro “L’arcatana. Viaggio nelle Marche creative under 35” e tradotto “Che cos’è il Terzo Stato?” di Emmanuel Joseph Sieyès, entrambi per le edizioni Gwynplaine. È direttore artistico del poesia festival “La Punta della Lingua”.

Luigi Socci

Luigi Socci è nato ad Ancona, dove vive, nel 1966. Agente di commercio, versificatore part-time, performer confessional e (ri)animatore poetico ha pubblicato “Regie senza films” (Elliot, 2020), “Prevenzioni del tempo” (Premio Ciampi Valigie Rosse, 2017), “Il rovescio del dolore” (Italic Pequod 2013, Premio Metauro e Premio Tirinnanzi-Città di Legnano), “Freddo da palco” (d’if, 2009) ed è presente nelle antologie “Samiszdat” (Castelvecchi, 2005) e “VIII Quaderno italiano di poesia contemporanea” (Marcos y Marcos, 2004). Scrive di teatro per Il Messaggero e Il Resto del Carlino. È nella redazione del lit-blog “Le parole e le cose” ed è direttore artistico del festival di poesia “La Punta della Lingua” e dell’omonima collana per l’editore Italic Pequod.

Natalia Paci

Natalia Paci ha pubblicato la raccolta poetica Pronta in bilico (Sigismundus, 2012). Sue poesie sono presenti in riviste, blog di poesia e nelle antologie, tra le altre, “Porta marina. Viaggio a due nelle Marche dei poeti” (Pequod, 2008); “Calpestare l’oblio” (ed. Cattedrale, 2010); “Registro di Poesia #5” (Edizioni d’if, 2012); “Il ricatto del pane. Scritti e poesie sul significato del lavoro” (CFR, 2013); “Umana, troppo umana. Poesie per Marilyn Monroe” (Nino Aragno Editore, 2016); “Poesía contra el bloqueo” (Argolibri, 2020). E’ tra i 25 poeti dell’antologia “Poeti in classe. 25 poesie per l’infanzia e non solo”, a cura di Evelina De Signoribus e Elena Frontaloni (italic pequod, 2017). Per bambine e bambini cura il progetto Cinebimbi nell’ambito del Film Festival Corto Dorico e i laboratori di poesia “La punta della linguaccia”, nell’ambito del Poesia Festival La Punta della Lingua che organizza, dal 2006, insieme aValerio Cuccaroni e Luigi Socci. Ha fondato e dirige, dal 2016, la SAB – Scuola delle Arti per Bambini.

I Mitilanti

I Mitilanti, composti da Andrea Bonomi, Andrea Fabiani, Filippo Lubrano, Alfonso Pierro e Francesco Terzago, sono un collettivo di poeti spezzini dediti alla divulgazione della scrittura in versi. Si sono distinti per la produzione di numerosi eventi riguardanti la poesia performativa e l’oralità: poetry slam, reading, open mic. Organizzano importanti rassegne poetiche, numerosi tornei di poetry slam; e masterclass nel territorio della Spezia collaborando con figure come Walter Siti e Giulio Mozzi. Nelle scuole promuovono usano la poesia, ibrida, come strumento di inclusione sociale, promuovendo un ragionamento su: letteratronica, trap, rap, prosa e narrazione poetica. Nel corso degli anni – i Mitilanti – hanno condiviso il palco di Pierpaolo Capovilla (Teatro degli Orrori) e Massimo Zamboni (CCCP) e sono stati protagonisti rassegne culturali di importanza internazionale come NEXST Festival (Torino). Per la video-poesia, sono selezionati per il nono International Video Poetry Festival di Atene (2021). Nell’ottobre del 2016 hanno dato alle stampe il loro primo volume autoprodotto: “Mitilanti Vol.01 – è ancora un golfo per poeti” con una introduzione di Lello Voce.

Elisa Baglioni

Elisa Baglioni si occupa di traduzione letteraria e di poesia russa del Novecento collaborando con riviste quali “Nuovi Argomenti”, “Alfabeta2”, “L’ospite ingrato”, “Tradurre”. Ha svolto attività di insegnamento di lingua russa e di traduzione. Insieme a Francesco Ruggiero ha scritto Viaggiatori nel freddo. Come sopravvivere all’inverno russo con la letteratura (2015, Exòrma). Sue recenti traduzioni in volume sono Vladimir Papernyj, Cultura due (Artemide edizioni, 2017) e Boris Pasternak, Sui treni del mattino (Passigli, 2019). Nel 2020 esce la traduzione di Semen Chanin, Sessioni di ipnosi (Pequod, 2020).

Sara Lorenzetti

Dopo aver conseguito il dottorato in Italianistica, ha svolto attività di ricerca con un assegno su Paolo Volponi presso l’Università di Macerata, dove insegna Letteratura Italiana e Didattica della letteratura italiana. Il suo discorso critico si rivolge alle scritture epistolari dell’Ottocento (ha curato carteggi inediti di Caterina Franceschi e Monaldo Leopardi) e alla letteratura del Novecento, con particolare attenzione per la narrativa migrante (Igiaba Scego, Ornela Vorpsi, Amara Lakhous), la scrittura femminile (Antonia Pozzi, Sibilla Aleramo) e la letteratura di viaggio (Montale). Ha pubblicato, insieme a Chiara Cretella, Architetture interiori. Immagini domeniche nella letteratura femminile del Novecento italiano (Aleramo, Ginzburg, Prato, Lussu). L’ultimo suo lavoro è Figurazioni del vuoto. Per una rilettura delle “Novelle per un anno” di Pirandello, pubblicato per l’editore Metauro nel 2016.

Raspini Stefano

Raspini Stefano nasce ovunque ci sia da rompere gli schemi mentali politici sistemici non ci riesce da 30 anni creando fratture sanabili perche’ la massa e’ rincollabile e non ha voglia di udire cose non rassicuranti. Scrive da prima di saper scrivere pensa da prima di avere un giudizio su tutto che non ha. Durante il covid era dalla parte dei pipistrelli e dei poeti cinesi che non si aspettano molto dalla vita e cio’ salva la loro opera e scrittura.

Paolo Agrati

Oltre alla scrittura e alle performance dal vivo Paolo Agrati si dedica al canto nella Spleen Orchestra e al lavoro di speaker. Numerose le sue partecipazioni a manifestazioni internazionali tra le quali il XXIV Festival della Poesia di Medéllin, il XXXIII Festival di Poesia di Barcellona, la World Slam Cup di Parigi e il IV Portugal SLAM. Nel 2018 è tra i fondatori di SLAM Factory, agenzia dedicata all’editoria e allo spettacolo che si propone sviluppare e diffondere la poesia e le discipline letterarie legate all’oralità. Nel 2019 scrive e conduce “Poetry Slam!” il primo torneo televisivo italiano di Poetry Slam. Ha pubblicato le raccolte di poesia: “Tecniche di seduzione Animale” (autoprodotto 2020), Poesie Brutte (Edicola Ediciones 2019) Partiture per un addio (Edicola Ediciones 2017) Amore & Psycho (Miraggi Edizioni 2014), Nessuno ripara la rotta (La Vita Felice 2012), Quando l’estate crepa (Lietocolle 2010) e il libriccino piccola odissea (Pulcinoelefante 2012).

Cristina Babino

Cristina Babino è nata ad Ancona e vive a Trieste. Tra le sue pubblicazioni: il poemetto bilingue italiano/inglese “Ophelia”, prefazione di Fabio Pusterla (Carteggi Letterari, 2017), la traduzione del volume “Pastorali“, del poeta americano John Taggart (Vydia, 2013, premio Achille Marazza 2014 per la traduzione poetica sezione giovani), la raccolta di scritti letterari “Letture” (Ed. Arcipelago itaca, 2016, Premio Nazionale “Arcipelago itaca” 2015), la monografia critica “La Ferita. Opere di Walter Angelici 1994 – 2009” (La Via Lattea, 2010). Ha curato inoltre le antologie “Femminile plurale. Le donne scrivono le Marche” (Vydia, 2014), “S’agli occhi credi. Le Marche dell’arte nello sguardo dei poeti” (Vydia, 2015) e con Francesca Matteoni “Sorgenti che sanno. Acque, specchi, incantesimi” (La Biblioteca dei Libri Perduti, 2016). Suoi testi sono inclusi, tra l’altro, nelle antologie “Nodo Sottile 5” (Le Lettere, 2007), “Registro di Poesia #4” (D’If, 2011) e nelle riviste “Aesthetica” (UK), “Trivio”, “Nostro Lunedì”. Dirige la collana di poesia Nereidi di Vydia editore.

Giacomo Lilliù

Nato nel 1992, Giacomo Lilliù è attore e regista teatrale. Si diploma nel 2010 presso la Scuola Biennale del Teatro Stabile delle Marche e nel 2013 alla London Academy of Music and Dramatic Arts. Nel 2013 è all’Edinburgh Fringe Festival con Shatter-Point Theatre, per cui dirige What Happens Next? An Improvised Comedy. Nel 2014 inizia a collaborare con la compagnia MALTE di Sonia Antinori, curando come regista il debutto al Teatr Zamiast di Łódź (Polonia) di tre atti unici de La Politica insegnata a mio nipote, drammaturgia in più capitoli sviluppata in seno al progetto europeo WISE. Dal 2015 cura la progettualità e le regie teatrali del gruppo di sperimentazione multidisciplinare Collettivo ØNAR, che co-fonda. Nel 2017 fa parte della selezione preliminare di trenta giovani registi scelti da Antonio Latella per Biennale College Teatro. Nel 2019 è interprete con Matteo Principi e assieme regista di Teoria della classe disagiata (selezione CrashTest 2020), testo di Sonia Antinori tratto dall’omonimo saggio di Raffaele Alberto Ventura. Marco Baliani lo dirige in Paragoghé (2019) e L’attore nella casa di cristallo (2020). Nel 2020 è uno dei medici-poeti dei Consulti poetici di Marche Teatro (da un’idea di Fabrice Melquiot). Nel 2021 recita per Ontroerend Goed nelle versioni inglese e italiana di TM; sempre nello stesso anno, realizza con Collettivo ØNAR, Davide Nota e Alice Piergiacomi l’evento digitale PPSS_Mosaico_020 (selezione Marche Palcoscenico Aperto) e idea con Lapis Niger la performance in realtà virtuale WOE – Wastage of Events, tra i vincitori della seconda edizione di Residenze Digitali.

Samir Galal Mohamed

Samir Galal Mohamed (Mercatello sul Metauro, 1989) ha esordito con la silloge Fino a che sangue non separi, contenuta in «Poesia Contemporanea. Dodicesimo Quaderno Italiano» (Marcos y Marcos, 2015). Il suo primo libro, Damnatio Memoriae, è incluso nella collana di poesia “Lyra Giovani” (Interlinea Edizioni, 2020). Suoi testi e interventi appaiono regolarmente in riviste cartacee e online, italiane e straniere. Attualmente vive a Milano, dove insegna filosofia e storia nelle scuole superiori.

Davide Nota

Davide Nota è nato nel 1981 in provincia di Milano ma risiede da sempre nelle Marche. È cresciuto ad Ascoli Piceno, ha studiato a Perugia e ha vissuto a Roma per alcuni anni. Ha pubblicato i capitoli di poesia Battesimo (2005), Il non potere (2007), La rimozione (2011) e l’ebook I rovi (2016), qui raccolti in unico canzoniere. Nel 2019 per Luca Sossella Editore è uscito il romanzo Lilith. Un mosaico. Ha svolto alcuni esperimenti di video-arte installativa con il duo Ermes Daliv e di teatro multimediale con il Collettivo ØNAR. Suoi interventi di riflessione sono apparsi su diverse testate tra cui Il manifesto, LʼUnità e Huffington Post.

Massimo Gezzi

Massimo Gezzi (1976) ha pubblicato il libro di racconti Le stelle vicine (Bollati Boringhieri, 2021) e i libri di poesia Il mare a destra (Edizioni Atelier, 2004), L’attimo dopo (luca sossella editore, 2009, Premio Metauro), Il numero dei vivi (Donzelli Editore, 2015, Premio Carducci, Premio Tirinnanzi e Premio svizzero di letteratura) e Uno di nessuno. Storia di Giovanni Antonelli, poeta (Edizioni Casagrande, 2016). Ha curato l’edizione commentata del Diario del ’71 e del ’72 di Eugenio Montale (Mondadori, 2010), l’Oscar Poesie 1975-2012 di Franco Buffoni (Mondadori, 2012), le Poesie scelte di Luigi Di Ruscio (Marcos y Marcos, 2019) e La città lontana. Poesie 1993-2009 di Adelelmo Ruggieri (Marcos y Marcos, 2021). In Tra le pagine e il mondo (Italic Pequod, 2015) ha raccolto dieci anni di interviste ai poeti e recensioni a libri di poesia. Coordina con Italo Testa il sito letterario «Le parole e le cose 2». Vive a Lugano, dove insegna italiano presso il Liceo 1.

Renata Morresi

Renata Morresi scrive poesia e traduce; ha pubblicato in volume e su rivista. Ricordiamo: Terzo paesaggio (Aragno, Torino, 2019), Bagnanti (Perrone, Roma, 2013), La signora W. (Camera verde, Roma, 2013), Cuore comune (peQuod, Ancona, 2010). Nel 2015 ha ricevuto il “Premio Nazionale per la Traduzione” del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti anglo-americani moderni e postmoderni. È nella redazione di Nazione Indiana. Cura la serie Lacustrine, collana di poesia ‘difficile’, per Arcipelago Itaca Edizioni.

Riccardo Canaletti

Riccardo Canaletti nasce nel 1998 nelle Marche. Ha pubblicato una silloge per affinità elettive edizioni (La perizia della goccia, 2017) e una raccolta per Arcipelago Itaca (Sponde, 2018), con cui ha vinto il premio Pordenonelegge2020. Suoi testi sono apparsi in varie riviste online, come Interno Poesia, Poetarumsilva, Poesia del Nostro Tempo. Suoi interventi sono apparsi su Nazione Indiana, Carmilla Online, Nuova Ciminiera e altri siti. Studia Scienze Filosofiche a Bologna e di recente ha partecipato con un suo contributo alla raccolta di interventi La radice dell’inchiostro a cura di Giorgiomaria Cornelio e pubblicata da Argo nel 2021.

Stefano Ricci

Stefano Ricci è nato a Bologna nel 1966. Disegnatore di fama internazionale, ha collaborato con importanti testate (Frigidaire, Avvenimenti, Linea d’ombra, Il manifesto, Esquire, Panorama, Glamour, Liberation, Les Inrockuptibles, Internazionale, Alias, Lo Straniero, Bang, la Repubblica). Tra le sue mostre personali più recenti si possono ricordare: I Molti (con Michelangelo Setola), Cartavetra, Firenze 2019; Il sogno di mio fratello, D406, Modena 2018; Zoologia Politica, Il Vicolo, Milano 2018; Più giù, Squadro, Bologna 2017 e Studio Tommaseo, Trieste 2017, L’histoire de l’Ours, Galerie Martel, Paris, 2014; Ha lavorato in ambito teatrale con il Teatro Testoni, la Compagnia di Leo De Berardinis, il Teatro della Polvere, l’Emilia-Romagna Teatro, il Teatro Storchi, il Teatro delle Passioni, il Teatré Musical Possible, il teatro Galleria Toledo, il Teatré Varia, la Compagnia Modica Manchisi, il Centro di Promozione Teatrale ‘La Soffitta’ (di cui ha realizzato il marchio); il Teatro delle Albe di Ravenna. Per la danza è stato l’autore dei materiali di accompagnamento ai progetti di Raffaella Giordano e della Compagnia Abbondanza Bertoni; ha collaborato con la coreografa belga Karine Ponties. Nel cinema ha lavorato con Mario Martone e Giovanni Maderna. Ha progettato collane editoriali per le quali è stato, tra l’altro, selezionato per il premio Compasso d’Oro 2001. Dal 1995 cura la collana di Edizioni Grafiche di Squadro (Bologna); Con Giovanna Anceschi ha fondato la rivista “MANO fumetti scritti disegni”. Insieme ad Anke Feuchtenberger ha diretto la casa editrice Mami Verlag. Dal 2003 al 2009 è stato direttore artistico di “Bianco e nero”, la rivista del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. E’ anche musicista: suona diversi strumenti, compone e sta per pubblicare il suo settimo album.

Lapis Niger

LapisNiger non è un autore, è un canale di cellule attraverso il quale segni, forme e storie hanno la possibilità di organizzarsi in modo più autonomo possibile per diffondere l’immateria su piano della realtà che è chiamato Realtà.